(1652 - 1720 - 1792)
1652
Le autorità cittadine chiesero aiuto con un Voto solenne a Sant’Efisio martire.
Era un militare romano che, appena prima di essere giustiziato per la sua fede, aveva promesso di proteggere per sempre Cagliari e i suoi cittadini. Con il Voto perpetuo siglato dalla Municipalità di Cagliari a Sant’Efisio l’11 Luglio del 1652*, la città si impegnava a portare ogni anno la statua del Santo in processione, dal luogo in cui Sant’Efisio era stato incarcerato, nel quartiere di Stampace, fino alla spiaggia di Nora, a occidente sul golfo, dove aveva subìto il martirio. La peste finì. Da allora Cagliari ogni anno scioglie il suo Voto.
*Padre Giorgio Aleo, importante cronista del XVII secolo riferisce come un’apposita delegazione di chierici fu inviata a Pisa per richiedere la restituzione delle reliquie del santo custodite all’interno del Duomo di Pisa.
1720
Secondo le annotazioni canoniche di Spano, la figura venerata di Sant'Eisifio si manifestò in un sogno al primo viceré piemontese, il Conte Filippo Pallavicino di Saint Remy. In questo enigmatico sogno, il santo guerriero avvisò il conte dell'infausto avvelenamento dei pozzi nel borgo di Castello. Tempestivamente, al risveglio, il conte lanciò l'allarme, evitando così una catastrofe imminente.
Una versione alternativa di questa antica leggenda, risalente al Settecento, narra che in un Giovedì Santo, Sant'Eisifio si rivelò in una forma minacciosa presso il "Porcxu de Bolonha" (oggi noto come portico La Marmora), a un uomo che stava tramando un sinistro piano per annientare gli abitanti di Cagliari. Questo individuo stava per versare un potente veleno nelle acquasantiere di tutte le chiese cittadine. Affascinato e sconvolto dall'apparizione del santo, l'attentatore abbandonò il suo malefico intento e si precipitò a confessare l'accaduto.
Da quel momento in avanti, in segno di gratitudine, l'arciconfraternita del Gonfalone, responsabile dell'organizzazione dei preparativi per la festa di Sant'Eisifio, ha istituito una processione che attraversa sette chiese. Durante questa processione, il prezioso simulacro di Sant'Eisifio, vestito a lutto, viene portato e, al passaggio presso il portico, i portatori del simulacro si inchinano in un gesto di riconoscenza. Secondo le annotazioni di Spano, l'antica statua portata in processione non coincide con quella attuale, attribuita allo scultore Giovanni Antonio Lonis. L'antica statua, chiamata "Sant'Eis sballiau," ovvero "Sant'Eisifio sbagliato," è così denominata perché, in modo erroneo, presenta la palma del martirio non nella mano sinistra (come tradizione iconografica vuole), bensì nella destra.
1792
Nel 1792, giunse al largo di Cagliari la flotta francese guidata dal contrammiraglio Truguet. Nel gennaio del 1793, la flotta si rifugiò nel golfo di Palmas, oggi noto come golfo di Quartu Sant'Elena. Durante questo periodo, mentre l'Arcivescovo Melano stava benedicendo il bastione di Sant'Efisio, situato vicino al molo di Sant'Agostino, la flotta francese comparve di fronte al porto con venti navi da guerra.
In un sogno, il Santo stesso apparve a una monaca cappuccina e chiese di essere portato sul bastione del porto a lui dedicato. Così, il simulacro di Sant'Efisio fu trasportato al nuovo bastione. Poi, nella notte tra il 17 e il 18 febbraio, una tempesta improvvisa si abbatté, infliggendo gravi danni alle navi francesi e costringendo le truppe a lasciare il golfo di Cagliari il 26 febbraio 1793.
Il 15 gennaio 1794, l'Arcivescovo Mons. Vittorio Melano, su proposta dell'Arciconfraternita di Sant'Efisio e delle autorità municipali di Cagliari, decretò l'organizzazione di una processione votiva per celebrare la vittoria contro i francesi. Inizialmente, il voto veniva onorato con una processione ogni 15 gennaio, partendo dalla chiesa di Sant'Efisio e giungendo alla Cattedrale di Cagliari. Successivamente, per una maggiore praticità, la processione fu spostata al secondo giorno di Pasqua.